Elfo nero ne “Il Signore degli Anelli”… si può fare?
Combattere il razzismo cambiando il colore della pelle di Nani ed Elfi… ha senso?
Le opere di J.R.R. Tolkien, essendo un caposaldo della narrativa che ha fatto esplodere il genere fantasy, sono da sempre considerate sacre da molti tolkieniani (fan di Tolkien) e non solo. Questo perché hanno dettato le regole di tutto il fantasy che seguirà fino ad oggi, anche se l’autore de Il Signore degli Anelli preferiva definire le sue opere pseudo-storiche. Pertanto, così come Hyboria di Conan il Cimmero è il vecchio mondo di un passato remoto e ancora leggendario, lo stesso vale per la Terra di Mezzo, che come ho spiegato in questo articolo, “Se la Terra di Mezzo esistesse davvero?”, altro non è, per ammissione dello stesso autore, che l’Europa in un tempo ancestrale, abitata ancora da creature immortali, prima di quella che Tolkien definirà la Quarta Era o Era degli Uomini. Cioè, l’inizio del mondo dove la razza umana prenderà il sopravvento e, pian piano, resterà l’unica abitante della Terra di Mezzo – l’Europa dei primordi – che poi diverrà quel mondo selvaggio e barbarico che, volendo, possiamo pure trovare compatibile con l’immaginario di Robert E. Howard.
Sensi di colpa e Medioevo fantastico…
Da anni a questa a parte siamo stati abituati a vedere persone di colore anche in opere fantasy assolutamente di stampo nordico. Un esempio è The Witcher, che si rifà al folklore di tradizioni polacche, eppure nessuno si è troppo lamentato nel vedere molti personaggi descritti o raffigurati in modo abbastanza nord europeo, sia nei romanzi che nei videogiochi, come persone di colore nel telefilm Netflix, così come Elfi neri sia nei tratti somatici che nel colore della pelle in mezzo a Elfi più nordici e “tradizionali”.
The Witcher è bello, non c’è che dire, ma non è sacro, molto del suo successo dipende anche dalla bellissima saga videoludica. Forse per tale ragione molti, pur storcendo il naso, sono passati sopra nel vedere i Regni Settentrionali e Nilfgaard un po‘ “multietnici”, così, senza alcun ragione, consapevoli che gli Yankee, avendo un forte senso di colpa per il razzismo di cui sono fautori da secoli, hanno il vizietto di raffigurare un mondo popolato sia da bianchi che da neri anche in storie ambientate in pieno Medioevo allo scopo, secondo loro, di “combattere il razzismo” o “includere tutti” quelli che si considerano una “minoranza”.
Come sono i popoli che abitano la terra di mezzo?
Una cosa che ha reso così affascinante le opere di Tolkien è la cura con cui è descritta la Terra di Mezzo. Inclusi i popoli che l‘abitano. Dunque ogni popolo elfico, nanico, hobbit, orchesco e umano viene descritto con perizia di particolari, e tra questi ci sono ovviamente anche l’incarnato, i tratti fisici, il colore dei capelli e ogni altro aspetto visivo che faccia percepire con estrema cura ciò che passava nella mente del grande filologo e scrittore che ha esplorato ogni anfratto della sua Europa anti-diluviana. Per esempio gli Hobbit sono divisi in tre sottorazze distinte. E una di queste è d’incarnato olivastro e non chiaro come quello di Frodo e Sam. Sappiamo che gli Edain, gli umani che si spinsero a Ovest, nella Terra di Mezzo, alleandosi con i Primi Figli di Iluvatar, altro non erano che i futuri europoidi. Vengono descritti anche altri popoli umani, come gli Haradrim, che ricordano i popoli mediorientali/persiani, e gli Esterling, che altro non sono che i primi popoli asiatici od orientali.
Ma i neri allora dove sono?
Nella narrazione di Tolkien si racconta anche di un popolo dalla pelle scura che vive a sud, oltre l’Harad – dunque allude all’Africa ancestrale. Questi giungono nella Terra di Mezzo solo alla fine della Terza Era, quando Saruman ne farà rapire alcuni per generare gli Uruk-hai, tanto che il colore scuro della loro pelle – che li differenzia dagli altri Orchi più verdastri – sarebbe dettato proprio da questo incrocio con i forti popoli umani dell’estremo sud. Dunque non è solo un’ipotesi di Barbalbero, ma proprio l’unica spiegazione possibile riguardo la nascita degli Uruk-hai.
La cosa, ovviamente, essendo per alcuni potenzialmente offensiva per le persone di colore, è stata censurata da quel hobbit troppo cresciuto di Peter Jackson (o chi per lui), inventandosi che Saruman avrebbe creato gli Uruk-hai in strane fosse magiche che sembrano delle latrine incandescenti.
La trilogia de “Lo Hobbit” non ci ha insegnato nulla? Eh, no!
Naturalmente sulla faccenda delle origini degli Uruk-hai, anche qui, tutti ci siamo passati sopra, ben consapevoli che avendo reso abbastanza bene, esteticamente parlando, tutto il resto della Terra di Mezzo, qualche scemenza si poteva pure fargliela passare al regista neozelandese, che tanto avrà modo di farci arrabbiare per davvero nella sua discutibile trilogia de Lo Hobbit, dove troveremo la città di Esgaroth addirittura multietnica! XD Ma essendo stata una trilogia che ha lasciato tutti delusi per molte e molte altre ragioni, nessuno ci ha fatto più di tanto caso. Oltre a draghi logorroici, orchi albini, slitte trainate da lepri, ricci risorti dai morti, orchi ninja che saltellano sui tetti delle case, scene d’azione alla Donkey Kong Country e chi più ne ha più ne metta, l’unica cosa che davvero indignò a quel tempo fu la storia d‘amore tra una donna elfica (Tauriel) e un giovane nano (Kili), solo per vedere lo statuario principe degli Elfi Silvani, cioè Legolas, friendzonato da Evangeline Lilli. E comprendendo e compatendo, così, il suo forte razzismo per i Nani… La cosa fece arrabbiare molti tolkieniani, proprio perché Tolkien lo aveva detto in tutti i modi possibili nelle sue opere che le due razze erano profondamente incompatibili e che mai e poi mai un elfo avrebbe provato attrazione fisica per un nano. Insomma tra le due razze non scorre buon sangue, ma ad esempio ricordiamo l’amicizia che nascerà tra Legolas e Gimli, anche se a fatica. Oltretutto, la questione è onnipresente in tutto il fantasy che si ispirerà a Tolkien: niente incroci tra Nani ed Elfi! (Un sacro tabù!) Nani ed Elfi si rispettano anche, consapevoli di essere entrambi superiori agli Umani, ma contemporaneamente si destano.
La terra di mezzo e la diversità
In realtà tra gli abitanti della Terra di Mezzo c’è un “velato razzismo”… Dettato da ragioni puramente pragmatiche, essendo davvero notevoli le differenze tra le varie razze. Per esempio gli uomini di Númenor, detti anche Dúnedain, non vedevano di buon occhio i matrimoni misti con i comuni uomini della Terra di Mezzo, essendo le loro aspettative di vita di molto superiori rispetto a quelle tutti gli altri esseri umani. Pertanto alcuni comportamenti tra le popolazioni della Terra di Mezzo hanno anche una loro ragione d’esistere. Sposarsi una donna che vivrà nemmeno un quarto della tua vita, non è un fattore così trascurabile. Ma come vedremo l‘amore può andare oltre anche qui, proprio come succede con la storia d‘amore tra Aragorn e Arwen, ovvero un uomo della stirpe dei Dúnedain e una fanciulla di stipe immortale. Tolkien non giustifica i comportamenti “intolleranti” tra le varie razze, sia chiaro. Ma lo tiene presente e, per questo, lo chiarisce perché la sua ambientazione è piuttosto realistica e sfaccettata. Anzi, “la compagnia dell‘anello”, composta e unita da svariate razze, è proprio un‘elogio alla bellezza della diversità. E di come può diventare un punto di forza. Come abbiamo già detto, alla fine anche Gimli e Legolas, nonostante i pregiudizi e i loro battibecchi instaurano un‘amicizia davvero bella e profonda!
Elfi neri e Nani neri, si può?
Ovviamente anche gli Elfi e i Nani sono ben descritti da Tolkien, sono quelli ripresi dalla tradizione germanica, e detteranno l’immaginario che verrà dopo, in tante altre saghe fantasy. Tolkien non specifica esplicitamente il colore della pelle degli Elfi della Terra di Mezzo (perché era scontato!), ma li farà raffigurare diafani nelle varie illustrazioni de ISdA, mentre sarà chiaro su altri aspetti: biondi slavati se Silvani, capelli corvini per i Noldor, ecc…, ecc… Con precisi lineamenti e corporature che sono quelle che poi rivedremo un po’ in tutto il resto del genere fantasy. Mentre i Nani saranno, come tradizione vuole, dei vigorosi vichinghi dal corpo basso, tarchiato, tozzo, massiccio e muscoloso. Tutti rigorosamente barbuti, con dei nasi abbastanza grossi e considerati orrendi da parte degli Elfi. Naturalmente se una razza ha capelli biondi, vuoi o non vuoi, avrà un fototipo 1 o 2 al massimo. (Non occorre possedere una laurea in genetica per dedurlo!) Poi lo sviluppo che c‘è stato nell‘immaginario collettivo dei fan ha fatto il resto… Dando, così, maggior solidità all‘Era ancestrale immaginata da Tolkien.
Sottorazze nel genere fantasy
Esistono varie sottorazze di Elfi e Nani nella Terra di Mezzo. Abbiamo per esempio gli Elfi Oscuri della Terra di Mezzo. Ma non sono scuri di pelle, soltanto notturni perché vivono nel ricordo del mondo prima che fosse scandito dall’alternarsi della luce del sole. Dunque, non abbiamo Elfi Scuri/Drow o Nani Grigi. Questi li avremo nell’universo di Dungeons & Dragons, ma con connotati ben precisi: pelle d’ebano e capelli bianchi per i primi, ma su tutto il resto identici agli altri Elfi (i lineamenti sono sempre elfici!). E calvi, brutti e pelle grigia per i secondi. Se un domani venisse realizzato un telefilm su La trilogia degli Elfi Scuri di R. A. Salvatore con la pretesa di mettere Drow bianci o asiatici per motivi analoghi a quelli con cui sono stati inseriti Elfi neri o Nani neri nella Terra di Mezzo, beh, nessuno avrebbe dubbi: sarebbe una vera e propria idiozia!
Elfo nero: dunque, si può fare?
Giudicate voi, a questo punto. Credo di avervi dato abbastanza informazioni su cui riflettere per farvi una vostra idea su questa scelta di inserire ne Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, ambientato nella Seconda Era, la presenza di Elfi neri e Nani neri. E ci teniamo a sottolineare che non si tratta solo di una questione di colori. Ma anche della caratterizzazione di un popolo con precisi tratti consolidati da una lunga tradizione di cui hanno tenuto conto pure i sei film precedenti! Oltre al fatto che la Terra di Mezzo è l’Europa ancestrale, dove i neri non c’erano e gli Elfi di Tolkien erano ripresi dai popoli immortali/fatati di alcune tradizioni nordiche, che non prevedevano fenotipi diversi da quelli a cui ci hanno abituato le stesse illustrazioni fatte realizzare dall’autore delle opere di cui questi film/telefilm dovrebbero essere delle trasposizioni e non delle libere ispirazioni, solo perché la trama è in parte inventata dagli sceneggiatori laddove mancano degli elementi narrativi non presenti negli scritti dedicati alla Seconda Era.
Il punto della questione…
La diversità, di per sé, non è un problema se la si accetta piuttosto che negarla. O, peggio, imporla ovunque, snaturando o reinventando le cose secondo esigenze che riguardano il nostro mondo (o la nostra epoca) e non quello immaginato da Tolkien. O da altri scrittori del passato. Nè quello che è diventato l’immaginario collettivo della Terra di Mezzo a prescindere da Tolkien.
Conclusione
Se avessero realizzato gli Elfi di Tolkien con la pelle verde pisello o blu puffo, o tutti con gli occhi a mandorla, beh, sarebbe stato davvero spiazzante anche per i più politicamente corretti e inclusivi… In altre ambientazioni fantasy accetterei Elfi neri. Ma personalmente un Elfo Silvano – normalmente biondo slavato – vederlo nero nella Terra di Mezzo, beh, perdonatemi, stona abbastanza. Con una torcia in mano poi… In un mondo fantasy d’ispirazione orientale – tipo Kara-Tur di Toril –, samurai e ninja bianchi, biondi o scandinavi mi darebbero anche più fastidio. Perché il fascino di ogni ambientazione sta proprio nella sua unicità rispetto alle altre.
Se dobbiamo appiattire tutto come hanno fatto gli americani in certi frangenti dei Reami Perduti, dove tra un po’ rischiavi di ritrovarti un Troll come oste in una locanda, preferisco disdire il mio abbonamento Amazon Prime e pagarmi con gli stessi soldi un’altra edizione illustrata de Il Simlarillion o de Il Signore degli Anelli!
Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell’Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa!
Anghelos Massignon
Tecnicamente forse dei nani meno europeizzati sarebbero fattibili nel Mondo di Arda. Non dimentichiamoci che esistevano anche a Casata Nanica degli Orocarni, i Monti Rossi all’Estremo Est della Terra di Mezzo, oltre Rhun, che nelle mappe di Tolkien corrisponderebbero alla Cina. E non dimentichiamo i Nani di Nerachiave, nell’Harad. Questi, in teoria, potrebbero essere rappresentati in modo diverso. Dopotutto, anche nei folklori europeo e asiatico esistono figure corrispondenti ai nani norreni, e Tolkien è pur sempre nato in Sudafrica ed ha avuto come tata una donna del posto, quindi magari qualche ricordino della tata se lo ricordava. E riguardo invece gli Elfi, ecco… Diciamo che esistono comunque gli Avari. Sarebbero quegli Elfi che nella Marcia verso il Beleriand, quando si svegliarono sulle sponde del Cuivienen, decisero di fermarsi prima, per ragioni varie. Questi non sono considerati parte delle Casate degli Eldar, e neppure “Elfi Scuri”, e non sono mai descritti fisicamente. Viene solo detto che vagavano nomadi, a volte raggiungendo il Beleriand, e che se inselvatichiti potevano essere confusi per orchi. Stando almeno al Silmarillion, e visto che questo aspetto non venne mai modificato… Quindi, si potrebbero immaginare nani o elfi meno “caucasici”? Beh, se posti nel giusto ambiente, in teoria sarebbe fattibile. Ma appunto, questo varrà per i gruppi qui detti: un nano di Nerachiave potrà sembrare un guerriero del Benin, popoli africani del Golfo di Guinea, bassi e armati in modo pesante con grandi armature, e che ebbero uno sviluppo artistico nei metalli e nella scultura paragonabile in certi periodi a quello Classico, o uno degli Orocarni potrebbe invece somigliare a un Emishi o un Ainu(il popolo di Ashitaka, il protagonista di Princess Mononoke), noti per combattere con asce e scudi, e per le loro folti barbe e i tratti abbastanza particolari(occhi grandi e chiari). Per quanto riguarda un Avaro, credo che potremmo immaginarceli simili agli zingari per stile di vita, al massimo a popolazioni dancale nel caso dell’Harad, ma si tratta di popoli africani con nasi sottili e capelli ricci, spesso anche castano chiaro. E sarebbe accettabile solo nel caso di Avari dell’Harad, e bisognerebbe cercare degli etiopi chiari e con il naso sottile. Insomma, fattibile, sì, ma non nell’Ovest, mi sembra ovvio.
Boss Steno
Ripeto la mia ultima considerazione, perché fino a settembre non ne voglio più sapere 🤣
Ho letto e ascoltato di tutto su questo argomento ma la frase che più di tutti mi ha spiazzato è stata: “Questa serie si che è inclusiva”.
Perché?! Su quale base una persona può definire questa opera così?
Perché è stata inserita una “rivoluzione” culturale?
Un elfo di colore?
Bene. Vediamo in dettaglio.
Non me ne frega niente se spoilero (potevate leggere prima….)
Paradossalmente l’idea di rendere di colore un elfo come segno di accettazione nella STIRPE “perfetta” dei FIGLI di Ilúvatar avrebbe dovuto dare un segno indiretto che chiunque può essere perfetto.
Le più grosse cazzate, fratricidi, colpe e dolori nell’epica Tolkeniana arrivano dal mondo elfico o dai Valar e Maiar stessi.
Quindi non erano poi così perfetti tanto da ficcarci a forza un elfo nero solo per sdoganare la perfezione bianca.
Gli elfi erano i FIGLI prediletti di Eru ma non i prescelti.
STIRPI con tratti associabili a uomini di colore risiedevano proprio nella STIRPE degli uomini. Gli uomini col dono di avere una vita slegata al destino di Arda e delle diatribe di Aman (il continente beato).
Uomini col dono di andare oltre i confini di Eä alla loro morte: vedere oltre l’universo stesso. Uomini che erediteranno la terra fino alla fine dei tempi e che parteciperanno alla seconda musica degli Ainur. Ma è vero anche per natura, avevano (…abbiamo…) dei difetti. Certo. Ma:
Hurin e la sua casata furono per secoli il baluardo su cui l’alleanza contro Morgoth si appoggiava, tanto importante da essere temuti dall’oscuro signore in persona. E nonostante la maledizione che egli scaglio su di loro non si arresero mai.
Beren fu l’unico che oso sfidare le oscurità di Angband per recuperare un Silmaril riuscendoci. Eärendil era in parte umano, suo padre Tuor discendeva dalla stessa casata di Húrin e quindi di Túrin l’uomo che secondo la profezia uccider definitamente Morgoth nell’ultima battaglia alla fine dei tempi.
A che serve la perfezione quando l’imperfezione stessa è un dono.
Quindi nel tentare di essere inclusivi hanno commesso il più grande peccato che si possa fare: la superbia di avere ragione e di conoscere tutto.
L’errore di Morgoth.
Cara Amazon la tua non è accettazione ma è marketing.
Prepariamoci ad una nuova Guerra d’Ira se oseranno violare ancora di più l’ovest di Tolkien.
Alex Pac-Man
Questo discorso quasi ‘teologico’ però poco o nulla ha a che fare con la questione degli Elfi neri. Marketing? Non credo sia solo quello, altrimenti ci sarebbero stati anche Elfi ispanici, che ormai stanno diventano una grossa fetta del popolo USA. I sensi di colpa ci sono eccome! E anche la volontà di non sembrare razzisti a tutti i costi, quando il resto del mondo sa bene come vanno le cose in realtà… Però, anche se non ha che fare con l’articolo, ti rispondo perché trovo molto stimolante il tuo discorso.
La questione che la caduta ha avuto inizio con il divino, cioè con gli dèi, gli Ainur, è verissima. Tutto inizia con Melkor che durante il Canto di Eru Ilúvatar avvelena prima le altre divinità, cioè i Maiar come Sauron. Poi farà lo stesso a Valinor con i semidei, cioè i Primi Figli di Ilúvatar, banalmente chiamati “Elfi”. Eppure la perfezione c’è anche nel male, perché quest’ultima non riguarda il saper discernere, di cui la superbia è un discernimento fallace. La superbia, che detta un cattivo discernimento, non c’entra molto con il concetto di perfezione. Anzi, l’essere liberi anche di sbagliare è perfezione, perché Dio è libero anche se nella sua Perfezione Infinita e irraggiungibile e, pertanto, non fa il Male come invece fanno i Sui Figli. Perché il male è una scelta dettata da un discernimento sbagliato e Dio è Onnisciente. Ma l’onniscenza è solo dell’Unico, gli dèi invece sono esseri divini, ma in crescita eterna, nell’eterna strada dell’Infinito concessa solo a loro. Più che altro la perfezione sta nella possibilità di poterlo fare un discernimento corretto. Se tale possibilità ci viene preclusa, allora siamo imperfetti. Sarà lo stesso Tolkien ha spiegare in cosa i cosiddetti “Elfi” sono molto meglio degli Uomini:
“Sono fatti come l’uomo, a sua immagine e somiglianza, ma liberi da quelle limitazioni che pesano più di ogni altra cosa sull’uomo. Sono immortali e loro volontà è capace di realizzare efficacemente quanto immaginano e desiderano”
Essi possono sbagliare, perché liberi, ma non hanno i nostri limiti. Possono anche scegliere veramente il Bene e possono raggiungerlo. In pratica, invertendo la domanda, cosa manca agli Elfi? E cosa manca alle altre creature ultraterrene come Melkor e Sauron? O come Gandalf e Saruman? Ciò che a loro manca è una cosa in cui Tolkien credeva come cattolico tradizionale: si chiama “concupiscenza”, cioè le ferite del peccato originale (i limiti), che Tolkien poi ridefinirà, a suo modo, come “la maledizione di Mandos” che grava sulla stirpe degli uomini per colpa di Melkor (c’è un legame tra Melkor e l’uomo che Tolkien volutamente non spiega), che infatti poi sarà, come ammesso da Tolkien stesso ne “I racconti perduti e ritrovati” la gente posseduta dallo spirito di Morgoth: gli uomini della nostra era. Eru, o meglio Dio, trae dal male il bene, e questa diventa una benedizione per gli Uomini, che non sono così più legati a quella Arda ormai inevitabilmente compromessa dalle colpe degli dèi e dei semidei, ma questo solo perché l’Onnipotenza di Dio non è nell’annullare il Male, ma nel trarre da esso il Bene. Per Tolkien noi oggi siamo tra la Sesta e la Settima Era, dove tornerà Mordor. Anzi, per Tolkien il nostro mondo è la Nuova Mordor.
Dunque non c’è niente di cui andare fieri nell’appartenere a quella stirpe che, alla fine, non potendo discerne correttamente senza aiuti speciali, un giorno non avrà più il coraggio e cederà, che abbondonerà gli amici e spezzerà ogni legame di fratellanza, che vivrà l’ora dei lupi e degli scudi frantumati – quando l’era degli uomini arriverà al crollo. Perché per Tolkien l’uomo senza Dio non può che fallire. E l’Uomo nella sua imperfezione non è capace del bene senza intervento dall’Alto. Mentre gli Elfi e tutti gli altri possono liberamente realizzare anche il Bene. L’Uomo è segnato da ferite che solo Uno può risanare: Cristo. Questo si lega con il credo di Tolkien, profondamente cattolico. Pertanto, così come gli dèi causano la caduta, così un Figlio di Dio ne porta la fine e inverte il processo nella Settima Era e ultima era del mondo, dove al termine (cito Lo Hobbit) tutti si ritroveranno: Elfi, Nani, Hobbit, Uomini e ogni popolo si ritroverà, proprio perché non ci sono Figli prediletti per Eru Ilúvatar, sia dentro che fuori Eä.
Lorenzo Cocchiara
si taglia la testa al toro leggendo le affermazioni di amazon che dice di possedere solo appendici di tolkien non i diritti del silmarillion stesso … quindi mi aspetto un minestrone di cose messe insieme a caso e rimaneggiate malamente infarcite di fan service politically correct
Debora
Purtroppo è vero dei sei di colpa degli americani, a noi Europei ci tocca subire questo loro modo di affrontare la questione, che non risolve niente oltretutto ma alimenta solo malumori.
Alex Pac-Man
Ringrazio quelli de “Il Chioso Nerd” per avermi fatto capire la verità: Insomma, Arondir è nero e non ci vede nemmeno al buio… ma siamo sicuri che non sia un haradrim camuffato da elfo silvano?
Lucazz
Sono elfi , non uomini. Questa storia dell’inclusione sta rovinando tutto. Il prossimo step é fare i nani di statura normale (umana) ?
Alex Pac-Man
Infatti, non ha senso a prescindere dalle motivazioni.
Spinoza
Per me il punto più basso è vedere Heimdall nero nei film di Thor…
Davide
E la principessa numenoriana di colore ha senso?